ZES Campania, in arrivo nuove opportunità di sviluppo per l’Irpinia
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Si scrive Zona Economica Speciale (ZES), si legge nuova opportunità di crescita per il territorio. La recentissima approvazione del Piano di Sviluppo Strategico – documento licenziato l’8 marzo scorso dalla giunta regionale campana – guarda in questa direzione. Ed entro pochissimo tempo, o almeno queste sono le aspettative, la ZES Campania diventerà una realtà pienamente operativa e funzionale. Il principio ispiratore è semplice: restituire centralità a quei territori ancora condizionati da fenomeni di marginalità economica trasformandoli in nuovi fulcri d’innovazione, nuovi catalizzatori di idee e progresso. Non può stupire, dunque, che tra le aree incluse nella ZES Campania spicchino gli agglomerati industriali irpini di Valle Ufita, Pianodardine e Calaggio. Tra i primi in Italia a dotarsi di una ZES, i territori campani compresi nell’alveo di questa nuova programmazione avranno l’opportunità di attrarre nuovi investimenti per l’attuazione degli obiettivi di sviluppo fissati.
Genesi delle ZES
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 12 del 25 gennaio scorso – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 47 del 26 febbraio 2018 - regola l’attuazione delle ZES a livello nazionale individuando i criteri per l'identificazione e la delimitazione delle aree, per l'attuazione degli investimenti e l'accesso delle aziende. Stando alle prescrizioni governative, “le ZES nascono per sperimentare nuove forme di governo economico di aree concentrate nelle quali le procedure amministrative e quelle di accesso alle infrastrutture per le imprese – che operano o che si insedieranno all’interno delle aree – siano coordinate da un soggetto gestore in rappresentanza dell’amministrazione centrale, della Regione interessata e della relativa Autorità portuale. Il fine è quello di favorire una progettualità integrata, con l’obiettivo di rilanciare la competitività dei porti delle regioni meridionali. Allo stesso scopo,” prosegue il documento, “le ZES saranno dotate di agevolazioni fiscali aggiuntive rispetto al regime ordinario del credito d’imposta al Sud.” In particolare, oltre agli interventi delle PMI, saranno eleggibili per il credito d’imposta investimenti fino a 50 milioni di euro. Il che significa, in buona sostanza, che sarà possibile attrarre player internazionali di grandi dimensioni e d’importanza strategica per il trasporto marittimo e la movimentazione delle merci nei porti del Mezzogiorno.
Attivate su istanza delle regioni meridionali interessate – previo adeguato progetto di sviluppo – le ZES hanno una superficie predefinita: le più grandi sono quelle previste in Sicilia (5.580 ettari) e in Campania (5.467 ettari).
Il Piano di Sviluppo Strategico in Campania
Il Piano di Sviluppo Strategico recentemente licenziato dalla giunta regionale campana contiene: l’identificazione delle aree individuate (con l’indicazione delle porzioni di territorio interessate), l’elenco delle infrastrutture esistenti nonché dei sistemi di collegamento tra le aree non territorialmente adiacenti, un’analisi dell’impatto sociale ed economico atteso dall’istituzione della ZES e la relazione illustrativa corredata di dati ed elementi che identificano le tipologie di attività che si intendono promuovere. In aggiunta, il Piano individua le semplificazioni amministrative da adottare per rendere concreti gli investimenti già impegnati dalla Regione e indica la gamma di agevolazioni e incentivazioni disponibili.
Nel dettaglio, rientrano nella ZES Campania i porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia e le relative infrastrutture retroportuali. In tali aree sono compresi: gli aeroporti di Napoli e di Salerno, gli interporti ‘Sud Europa’ di Marcianise-Maddaloni e ‘Campano’ di Nola, nonché gli agglomerati industriali di Acerra, Arzano-Casoria-Frattamaggiore, Caivano, Torre Annunziata-Castellammare, Marcianise, Marigliano-Nola, Pomigliano, Salerno, Fisciano-Mercato San Severino, Battipaglia, Aversa Nord (Teverola, Carinaro, Gricignano), Ponte Valentino, Valle Ufita, Pianodardine e Calaggio. In ultimo, vanno aggiunte le aree industriali e logistiche di Napoli Est, Bagnoli, Nocera, Sarno, Castel San Giorgio e Contrada Olivola. Rispetto ai 5.467 ettari assegnati alla Regione Campania dal Dpcm, attualmente la Giunta Regionale ne ha impegnati circa 5.154, riservandosi una verifica sulla ZES e sulla sua eventuale delimitazione entro un anno dall'approvazione da parte della Presidenza del Consiglio.
Per Pietro Spirito – Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale – “l’approvazione del Piano Strategico della ZES, in Campania, costituisce un importante passo in avanti verso l’operatività di questo nuovo strumento di politica industriale e logistica. Attrarre investimenti per lo sviluppo manifatturiero indirizzato alla crescita del sistema portuale campano rappresenta una sfida che, in altre realtà internazionali, ha portato sviluppo e occupazione. Istituzioni, imprese, sistema finanziario, parti sociali dovranno assieme dimostrare che si può lavorare in squadra per determinare un ammodernamento della base produttiva dei nostri territori. Ora,” conclude, “manca solo l’ultimo decreto di Governo per la nascita formale della ZES. È auspicabile che tale atto amministrativo sia emanato quanto prima, per dare inizio finalmente al percorso di attuazione.”