Sicurezza, qualità e ambiente: cava Sarno apre al "Geometra". Perché la cultura alla legalità comincia tra i banchi di scuola
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Tour formativo alla “Calcestruzzi Irpini” di Salza Irpina per III e IV A dell’istituto avellinese. Dalla volata (esplosione controllata) alla molinatura (macinazione) passando per la frantumazione e la vagliatura della pietra, i responsabili, passo dopo passo, gli studenti hanno osservato sul campo il ciclo di trasformazione della roccia. Entusiasti i professori: «Collaborando con aziende come queste la scuola funziona» e i responsabili della “Calcestruzzi Irpini”: «Accompagniamo i ragazzi nel mondo del lavoro»
Visitare le imprese, capire cos’è una catena di montaggio, passare dalla teoria dei libri alla pratica dell’officina, capire di persona quanto sia importante il rispetto delle norme di sicurezza e quanta soddisfazione dia ricoprire al meglio ruoli di enorme responsabilità. Dalla scuola al mondo del lavoro senza perdere tempo, ecco l’obiettivo che il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca si è fissato con l’istituzione dell’Alternanza scuola-lavoro.
Gli studenti impegnati negli ultimi tre anni delle superiori, oltre a svolgere regolarmente le lezioni, sono tenuti ad aderire a percorsi progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa». L’impegno profuso nel corso degli anni scolastici sarà ripagato con dei crediti con cui si presenteranno all’Esame di Stato e magari con la possibilità di cominciare a lavorare non appena terminato il corso di studi.
E’ ormai un obbligo e tanto vale farlo bene ed è per questo motivo che gli istituti scolastici si stanno attrezzando nel migliore dei modi. Tra questi c’è l’Istituto Tecnico per Geometri “Oscar D’Agostino” di Avellino che ieri ha fatto vivere alle classi III A e IV A un’esperienza altamente formativa con la “Calcestruzzi Irpini”: una visita guidata all’interno della cava Sarno nel comune di SalzaIrpina. A tutti sarà capitato almeno una volta nella vita di vedere una cava ma quanti hanno avuto la possibilità di conoscere, passo dopo passo, il ciclo di trasformazione della roccia.
Dalla volata che altro non è che l’esplosione controllata di parte della montagna alla molinatura, ovvero la macinazione passando per la frantumazione e la vagliatura della pietra, i responsabili della “Calcestruzzi Irpini” hanno accompagnato gli studenti in un percorso che di sicuro non ha annoiato né gli studenti, attenti dal primo all’ultimo passaggio, né i professori che li hanno accompagnati, gli ingegneri Domenico Colarusso e Mario Sabatino che ci hanno tenuto a sottolineare un aspetto. «L’alternanza scuola lavoro - hanno detto - ha senso solo se riusciamo a portare i ragazzi in realtà solide come questa dove legalità e misure di sicurezza sono i punti cardine dell’azienda».
Tra montagne di pietre e sabbia, camion in ingresso e in uscita, un’attività frenetica e ordinata, le due classi, armate di pettorine arancioni e caschi di sicurezza, hanno effettuato un tour in totale sicurezza. A fare da “Cicerone” i punti di riferimento dell’azienda, ovvero il direttore della cava Maurizio Nittolo, il responsabile di sicurezza, qualità e ambiente Mauro Mele, il responsabile tecnico Paolo Amatucci e uno dei veterani della cava Sarno, Antonio Monzione impiegato da 34 anni, uno che conosce ogni granello di quella montagna.
Come si produce il calcestruzzo, come ci si evolve diventando leader anche nella produzione di conglomerati bituminosi, come ci si impone su un mercato variegato diventando una delle aziende leader della regione conosciuta su tutto il territorio nazionale. Tutto nasce da un’esperienza che si tramanda nei decenni, dalla volontà dell’azienda di restare costantemente aggiornata e guardare al futuro e da importanti investimenti in macchinari, tecnologie avanzate ricerca e sviluppo.
Il tour degli studenti comincia nella cabina dell’impiantistica, una vera e propria torre di controllo dove si fanno funzionare le macchine per la frantumazione delle pietre, la vagliatura che in parole più semplici è una setacciatura e la molinatura. Tutto viene comandato da tre persone che operano con il supporto di telecamere e computer utili per la verifica e il corretto funzionamento dei macchinari.
Prosegue con la procedura che ogni camion deve rispettare, ovvero farsi pesare senza carico, procedere al riempimento di sabbia e ritirare la bolla che porta con sé tutte le informazioni con in bella mostra il marchio di garanzia della Comunità Europea. Continua con il passaggio nel laboratorio dove si effettuano le verifiche e i test sui campioni di asfalto che si andrà a produrre. Termina con la visita nelle officine e in tutte quelle parti della cava dove si procede ad una accurata differenziazione dei materiali da riciclo e materiale da smaltire.
Sicurezza, qualità e ambiente sono tre concetti che rimbombano nella mente degli studenti dall’inizio alla fine del tour. «Un’azienda funziona solo se vengono rispettate tutte le procedure che impone la legge e se i dipendenti lavorano in condizioni di totale sicurezza - è il messaggio che più volte ripetono Nittolo, Mele e Amatucci - inoltre, una volta che la cava ha terminato il proprio ciclo di vita, vengono avviate tutte le procedure per consentire alla montagna di ritornare verde».
Il viaggio all’interno della cava termina con uno spettacolo del tutto inedito per studenti e professori: l’esplosione controllata che consente di staccare la roccia dalla parete della montagna. La volata, questo il termine tecnico, altro non è che una batteria di dinamite impiantata sulle terrazze create sulla cava che una volta esplosa indebolisce il terreno ed è pronta per la raccolta di tutto il materiale che presto diventerà calcestruzzo o asfalto.
E’ un po’ presto per dire quali effetti produrrà l’alternanza suola-lavoro promossa dal Miur. L’impressione, tuttavia, è che mattinate come quella che gli studenti del Geometra hanno passato alla cava Sarno valgono più di decine di lezioni in aula.