Quel sottile legame tra professionisti e associazionismo di settore
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Inaredis non ci sta. Il sindacato che rappresenta ingegneri, architetti dipendenti e liberi professionisti commenta in maniera negativa la decisione della Corte di Cassazione sulla doppia contribuzione per i dipendenti che esercitano contemporaneamente anche attività da liberi professionisti. Intanto, sul fronte delle pensioni in cumulo di architetti e ingegneri è fumata bianca: mentre l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza (ENPAM) e Inarcassa siglano un protocollo d’intesa con l’INPS, l’Associazione degli Enti Previdenziali Privati (ADEPP) approva all’unanimità lo schema di convenzione. I pagamenti potrebbero essere sbloccati già a partire dai primi giorni di aprile.
Inps vs. ingegnere: la sentenza della Cassazione
Il seme della discordia viene seminato nel corso di un contenzioso tra l’INPS e un ingegnere regolarmente iscritto all’Albo. Nel caso in esame, l’ingegnere – inquadrato come lavoratore dipendente – per un determinato periodo aveva svolto contemporaneamente attività da libero professionista per le quali aveva versato il contributo integrativo a Inarcassa. L’INPS – che ha sollevato il caso in giudizio – sosteneva invece che il professionista avrebbe dovuto iscriversi anche alla gestione separata versando, in tal modo, i relativi contributi. La Corte di Cassazione, chiamata in causa, ha respinto il ricorso dell’ingegnere disponendo il pagamento delle somme dovute all’INPS per due ragioni differenti. Innanzitutto, la Suprema Corte ha spiegato che il contributo integrativo versato a Inarcassa non è “un onere a carico del professionista, perché questi recupera la somma versata addebitandola in fattura al cliente come maggiorazione del compenso richiesto.” Allo stesso tempo, tuttavia, “il versamento del contributo integrativo non fa sorgere una posizione previdenziale a favore del professionista proprio in virtù del divieto d’iscrizione di un dipendente ad Inarcassa. Per la prestazione libero professionale, così come per quella da dipendente, è prevista una tutela assicurativa. Non potendosi iscrivere a Inarcassa, il professionista dipendente deve iscriversi alla gestione separata INPS.”
Inaredis attacca: invasione di campo dei dirigenti Inps
“Il nostro ordinamento democratico e costituzionale - scrive Inaredis in un documento - non prevede che tutti i redditi siano soggetti al pagamento di una contribuzione previdenziale. Si pensi ad esempio alle attività occasionali per un importo inferiore a 5 mila euro l’anno. Se la legge 1046/1971 stabilisce che sono esclusi dal pagamento dei contributi soggettivi i professionisti che già sono iscritti ad altra forma di previdenza, non si capisce questa invasione di campo inventata dai dirigenti INPS. Pertanto – conclude il sindacato – il pagamento del contributo di solidarietà (4% a Inarcassa) esclude gli architetti e ingegneri dipendenti dal pagamento di altre posizioni assicurative obbligatorie. In caso contrario, dovendo questi ultimi pagare la gestione separata INPS, non avrebbe più alcun senso il contributo di solidarietà versato ad altri. Come dire: con il mio lavoro pago la pensione ai miei concorrenti, contraddicendo il principio fondamentale dell’eguaglianza dei cittadini previsto nella Costituzione”.
Pensioni ad aprile: parte il cumulo Inarcassa ed Enpam
Intanto Inarcassa ed ENPAM hanno firmato un protocollo d’intesa con l’INPS per i pagamenti delle pensioni in cumulo di architetti e ingegneri. In sostanza l’Istituto Previdenziale ha inviato ai due enti coinvolti lo schema delle nuove convenzioni basato sulla ripartizione dei costi di gestione in base alla quota di prestazione pagata da ciascuno. L’INPS precisa che è prevista l’istituzione di una commissione di esperti – formata da rappresentanti designati pariteticamente da entrambi gli enti e da due componenti ministeriali (nei settori Lavoro ed Economia) – con funzione di garanzia. L’ADEPP, che in una prima fase aveva sostenuto in maniera decisa la strada della totalizzazione – con tutti i costi relativi a carico dell’INPS – ha recentemente approvato all’unanimità lo schema di convenzione sulle pensioni in cumulo. Un passo in avanti deciso nell’ottica di raggiungere il solo obiettivo utile: sbloccare i pagamenti. “Prima si soddisfano le legittime esigenze degli aventi diritto,” commenta a caldo alle agenzie di stampa Alberto Oliveti, Presidente ADEPP, “poi si valuta insieme l'andamento delle pratiche. E si determina cosa spetta, e a chi, nel rispetto delle leggi vigenti, relativamente agli oneri di gestione”.